Scrivono (e dicono) di noi

1  marzo 2016_Edilizia e Territorio, quotidiano di approfondimento del Sole 24 ore_Un articolo sul nostro opificio e sull’attenzione che l’architetto Enzo Eusebi ha riposto nel “progetto caratterizzato da standard qualitativi d’avanguardia e da una spiccata sensibilità per la natura”.

29 febbraio 2016_arketipomagazine.it il sito ufficiale della rivista Arketipo, mensile internazionale di architettura e ingegneria delle costruzioni_Evidenzia l’architettura della nostra sede che, utilizzando finiture a specchio, moltiplica la natura circostante.


26 febbraio 2016_dezeen.com, il primo magazine on-line di design e architettura al mondo_Ha dedicato al nostro prosciuttificio di Preci e ad Enzo Eusebi un articolo approfondito che affronta tutte le fasi progettuali ed esecutive del lavoro. E sulla pagina Instagram del magazine siamo a quasi 4000 likes, a soli 4 giorni dalla pubblicazione!!


Gennaio/febbraio 2016_ABITARE_Un numero speciale dedicato alle facciate e al post EXPO Milano 2015. Il numero a tiratura aumentata (intorno alle 90.000 copie) è stato distribuito anche alla Fiera del Mobile Internazionale IMM Cologne.


2012_ Il Messaggero_Un articolo in occasione della presentazione del progetto del nostro Opificio a Venezia in occasione della XIII edizione della Biennale all’interno del Padiglione Italia curato da Luca Zevi. Intervistato anche, per l’ occasione, il sindaco del Comune di Preci, Pietro Bellini.


MONTI SIBILLINI. UN PARCO, TANTE LEGGENDE

I Monti Sibillini sono da sempre il regno delle leggende e dei racconti fantastici, della natura che si è conservata primitiva e folgorante nella propria bellezza austera, dei santuari abbarbicati sui monti, del cibo conviviale e profumato di spezie. Quella natura, quelle acque e le grotte e laghi hanno ispirato storie misteriose e suggestive.

È la Sibilla, antico oracolo che si credeva abitare le profonde gole della montagna, ad animare questo luogo fin dall’inizio dei tempi. Una sorta di oracolo a cui domandare il futuro e a cui affidare tormenti e dubbi, raccontata nelle sue gesta fin dai romanzi del quattrocento. Narrano le leggende che sotto il Monte Sibilla si aprisse un regno fatato cui si accedeva da una stretta grotta, regno popolato da creature meravigliose che per un giorno alla settimana  si trasformavano in creature terribili e mostruose.

Nel lago di Pilato sarebbe, secondo la tradizione, custodito il corpo di Ponzio Pilato condannato a morte da Tiberio, prima rinchiuso in un sacco e poi affidato a un carro di bufali liberi di vagare senza meta. Gli animali da Roma sarebbero giunti fin su alla Cima del Redentore dalla cui cresta il corpo cadde nelle acque del lago.

Un intreccio di paesaggi misteriosi e rassicuranti si apre ancora oggi ai visitatori del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, che tra queste valli e grotte e acque possono ancora imbattersi in animali rari e ormai ovunque scomparsi come il lupo, il gatto selvatico, l’istrice e il capriolo. Da qualche anno nel parco sono state anche reintrodotte colonie di cervi e di camosci appeninici, l’aquila reale, l’astore e lo sparviero, il gufo reale e il falco pellegrino. Uccelli che ci riportano al tempo antico della caccia medievale e delle prime pitture di paesaggio.

Un parco che tiene insieme Marche e Umbria, antiche e diverse produzioni alimentari (dai prosciutti di Norcia alla lenticchia di Castelluccio), straordinari luoghi di spiritualità, come l’abbazia di Sant’Eutizio a Preci, percorsi naturalistici e storici d’incomparabile pregio.

E il pensiero non può che andare a San Bendetto di Norcia, che in queste terre ha impastato il senso religioso dell’esistenza con il lavoro, la natura, il cibo, l’architettura. Ce lo raccontano le pietre e i silenzi e quella natura un po’ ribelle e prepotente che pare sempre sul punto di volerseli portare via.

Antica incisione che raffigura la Sibilla Appenninica, mitica abitatrice dell’omonima grotta del Monte Sibilla, che da secoli vela l’altura di un’aura di leggenda e mistero.

Scorcio del Lago di Pilato

Il monte Sibilla nel disegno di Antoine de La Sale (1420) conservato nella Biblioteque Nationale de Paris

L’esile cresta che dalla Cima del Redentore conduce alla Punta del Diavolo.